Prima sessione | Terapia medica e terapia chirurgica nella claudicatio intermittens
Moderatore: Pierfrancesco Veroux
17:00Terapia endovascolare nelle ostruzioni lunghe dell’arteria femorale superficiale
Michele Antonello
17:07Terapia vasoattiva come coadiuvante delle procedure endovascolari
Gabriele Piffaretti
17:14Commento
Felice Pecoraro
17:18Caso clinico
Angelo Santoliquido
17:22Discussant: David Barillà
17:26Caso clinico
Tommaso Lazzarotto
17:30Discussant: Domenico Spinelli
Seconda sessione | Terapia farmacologica adiuvante nel trattamento dell’ischemia critica
Moderatore: Francesco Spinelli
17:45Registro nazionale della vena safena: come possono migliorare i risultati?
Nicola Troisi
17:52Utilizzo delle protesi eparina nelle rivascolarizzazioni degli arti inferiori
Raffaele Pulli
17:59Terapia farmacologica nelle rivascolarizzazioni degli arti inferiori
Filippo Benedetto
18:06Commento
Alessia Giaquinta
18:10Lettura magistrale: Global Vascular Guidelines
Mauro Gargiulo
18:20Discussione plenaria sui temi trattati
Terza sessione | Utilizzo di farmaci vasoattivi dopo rivascolarizzazione
Moderatore: Giancarlo Palasciano
18:30Registro Rivalutando
Gianmarco De Donato
18:37Utilizzo di cilostazolo prima e dopo la rivascolarizzazione
Walter Dorigo
18:44Commento
Francesco Stilo
18:48Caso clinico
Antonio Trani
18:52Discussant
Edoardo Pasqui
18:56Caso clinico
Andrea Cutrupi
19:00Discussant
Giovanni De Caridi
19:04Discussione plenaria sui temi trattati
19:15Chiusura dei lavori
Il corso è diretto a chirurghi vascolari e angiologi con l'obiettivo di migliorare l’esperienza nella gestione chirurgica e medica dei pazienti affetti da ischemia critica degli arti inferiori. In particolare, il corso ha l'obiettivo di presentare le terapie chirurgiche e le terapie mediche indicate e i risultati che in sinergia possono essere ottenuti.
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Al termine del corso il discente dovrebbe acquisire competenze specifiche in merito alle indicazioni, alla tecnica chirurgica e ai risultati ottenibili con un approccio complementare della chirurgia con la terapia medica. L'ischemia cronica agli arti inferiori (CLTI) rappresenta lo stadio terminale dell’Arteriopatia Periferica (PAD), un problema di crescente prevalenza correlato ad un aumento dei costi per il sistema sanitario. I pazienti con CLTI hanno un’alta mortalità, elevato rischio di amputazioni, dolore, ulcere e una ridotta qualità della vita correlata al proprio stato di salute. Gli specialisti coinvolti nella gestione della CLTI sono diversi, ma la ridotta consapevolezza pubblica e lamancanza di una diagnosi precoce rappresentano i principali ostacoli a un trattamento efficace. Inoltre, l’elevata variabilità nei modelli di pratica clinica contribuisce ad un'ampia disparità nell'uso dei trattamenti e nei risultati clinici.
Esiste un numero sempre più crescente di evidenze cliniche che dimostrano come una gestione medica intensiva dei fattori di rischio migliori significativamente la prognosi dei pazienti con PAD riducendone lamortalità. Ciononostante, nell’arco di 5 anni, circa il 20% dei pazienti con claudicatio intermittens peggiora e il 5% sviluppa una ischemia critica alle gambe di cui l’1% va incontro all’amputazione dell’arto. Per il salvataggio d’arto nei pazienti con CLTI la rivascolarizzazione rappresenta l’approccio di elezione. Gli ulteriori obiettivi dell’intervento includono il sollievo dal dolore, la guarigione delle ulcere e la conservazione di un arto funzionale.
Le opzioni chirurgiche mini-invasive sono aumentate notevolmente negli ultimi anni e hanno portato alcuni a sostenere un approccio "endovascular-first " per la maggior parte dei pazienti con CLTI, riservando la chirurgia di bypass come opzione secondaria. Tuttavia la scelta dell’approccio chirurgico da applicare richiede una attenta stratificazione del rischio per evitare ricoveri multipli e cure ambulatoriali prolungate. In diversi trial clinici, successivamente confermati dalla Real World Evidence, la terapia medica ha dimostrato di giocare un ruolo cruciale nel miglioramento degli outcome clinici dei pazienti con CLTI sia in preparazione della chirurgia sia durante l’intervento e durante il follow-up dei pazienti rivascolarizzati. Oltre all’azione preventiva sugli eventi cardiovascolari maggiori, l’approccio farmacologico adiuvante, limita gli ostacoli di natura aterosclerotica e iperproliferativa tipici del processo di restenosi, consentendo al flusso ematico di fluire liberamente evitando di dover ripetere l’intervento di rivascolarizzazione e prevenendo eventi trombotici che mettono a rischio l’arto del paziente.