16:30-16:35Obiettivi e format dell’incontro
Arturo Cavaliere
Marcello Pani
16:35-17:05PRIMA CONTROVERSIA
Il monitoraggio e il contenimento delle CRE/KPC in ambiente internistico aspetti clinici e di sostenibilità delle cure a confronto
Il punto di vista dell’internista
Francesco Dentali
Il punto di vista del farmacista ospedaliero
Francesca Vivaldi
Votazione dei partecipanti
Conclusioni del primo round
Arturo Cavaliere
Marcello Pani
17:05-17:35SECONDA CONTROVERSIA
Polmoniti CRE/KPC e sostenibilità delle cure in paziente critico
Il punto di vista dell’intensivista
Antonino Giarratano
Il punto di vista del farmacista ospedaliero
Adriano Cristinziano
Votazione dei partecipanti
Conclusioni del secondo round
Arturo Cavaliere
Marcello Pani
17:35-18:05TERZA CONTROVERSIA
La Stewardship Antimicrobica: Un approccio basato sulle competenze o sulle evidenze? Ruolo del farmacista clinico?
Il punto di vista dell’infettivologo
Nicola Petrosillo
Il punto di vista del farmacista ospedaliero
Piera Polidori
Votazione dei partecipanti
Conclusioni del terzo round
Arturo Cavaliere
Marcello Pani
18:05-18:30Considerazioni conclusive
Arturo Cavaliere
Marcello Pani
L’ampia e crescente diffusione delle resistenze batteriche agli antibiotici e le difficoltà nella ricerca di nuove classi di antibatterici determinano gravi preoccupazioni, nella comunità scientifica, per l'attuale e il futuro impatto sulle cure e sull'organizzazione dei sistemi sanitari. La progressiva inefficacia di molti antibatterici costringe a ricorrere all'uso di molecole con profili di sicurezza inferiori o - quando disponibili - all'uso di antibatterici di "ultima linea", con l'ulteriore rischio di creare resistenze anche nei confronti di queste ultime risorse. A fronte di una difficile situazione internazionale, la diffusione delle antibiotico-resistenze in Italia è tra le maggiori dell'Unione Europea e dei Paesi limitrofi raggiungendo per alcune tipologie di resistenza un livello di diffusione endemica sia intra che extra ospedaliera.
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È questo il caso della resistenza degli enterobatteri ai carbapenemi, antibiotici che rappresentano una delle ultime risorse terapeutiche nelle infezioni causate da batteri Gram-negativi multi-resistenti.
Gli enterobatteri resistenti ai carbapenemi (CRE, Carbapenem-Resistant Enterobacteriaceae) possono rendere inefficace l'azione di questi antibiotici attraverso differenti meccanismi spesso associati, quali la riduzione della permeabilità della parete batterica, l'aumento dell'efflusso del farmaco, la produzione di B-lattamasi di tipo ESBL (extended-spectrum beta-lactamase) o AmpC. La produzione di specifici enzimi, le carbapenemasi, in grado di degradare l'antibiotico carbapenemico rappresenta il meccanismo di resistenza più temibile in quanto trasmissibile tramite plasmidi ad altri batteri anche di specie differenti. Tra gli enterobatteri produttori di carbapenemasi (CPE, Carbapenemase-Producing Enterobacteriaceae) le specie batteriche attualmente più diffuse e quindi osservate sono Klebsiella pneumoniae ed Escherichia coli.
I dati della sorveglianza europea EARSNet, coordinata dall'ECDC1, indicano che dal 2016 in Italia i ceppi di Escherichia coli resistenti ai carbapenemi, isolati da sangue, continuano ad avere una diffusione ancora contenuta, sebbene aumentino dello 1,3% contro una media europea dello 0,3%. In questo contesto, una strategia basata sull'adozione di programmi di sorveglianza, controllo delle infezioni e antimicrobial stewardship, che si è già dimostrata efficace nel contenere la diffusione epidemica di CPE*, appare una scelta obbligata per ridurre la pressione selettiva sui pochi antibiotici attivi sugli isolati multiresistenti e per contrastare la diffusione epidemica di cloni ad alto rischio, in grado di resistere a tutti gli antibiotici disponibili in commercio.
In questo contesto attraverso il confronto multidisciplinare tra clinici di diversa estrazione specialistica e Farmacisti ospedalieri coinvolti nella gestione delle infezioni ospedaliere, verranno analizzati i diversi punti di vista in merito a 3 argomenti di rilevanza clinica ma anche di impatto sulla sostenibilità delle cure. Alla fine di ogni confronto i partecipanti potranno votare a favore della tesi più convincente.